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Anno VI - Febbraio 2012
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Form@s – Provider FAD n. 51 accreditato dal Ministero della Salute dal 22.04.2010
Perchè si da credito all'ignoranza?
LEGHISSA GIULIO CESARE
Venerdì 6 gennaio 2012 La Repubblica esce con due intere pagine (18 e 19) dedicate a «…quando le cure servono a gonfiare la parcella dei dentisti». Non intendiamo entrare nel merito della impostazione globale dell’articolo perché i giornalisti hanno il diritto di scrivere tutto ciò che ritengono utile per informare i cittadini, intendiamo però criticare aspramente il fatto che il giornalista pubblichi notizie false, basandosi su fonti di informazione del tutto inattendibili se non evidentemente dettate da ignoranza.  »

Gestione di alcuni casi trattati con tecniche chirurgiche mucogengivali
ROSSI VINCENT, LOMBARDI NICCOLO', MARZIALI ISABELLA, RAMPINELLI GIULIO NICOLA, DELIA SIMONE, CANEGALLO LORENZA
OBIETTIVI: discutere l’associazione tra movimento ortodontico e recessioni gengivali esaminando i dati attualmente disponibili in letteratura e presentare differenti tecniche di chirurgia mucogengivale impiegate per la correzione di tali difetti.
MATERIALI E METODI: presentazione di alcuni casi di recessioni gengivali insorte a seguito di movimenti ortodontici e illustrazione delle tecniche chirurgiche utilizzate per trattarle.
RISULTATI E CONCLUSIONI: il trattamento ortodontico non presenta un’associazione statisticamente significativa con lo sviluppo di recessioni gengivali; tuttavia particolari movimenti, quali la pro-inclinazione degli incisivi inferiori, ne possono favorire l’insorgenza. La chirurgia mucogengivale rappresenta un valido trattamento in grado di ripristinare un adeguato stato parodontale funzionale ottenendo risultati estetici soddisfacenti per il paziente.  »

Bromazepam nei pazienti pedodontici
NANNELLI PIETRO, LORENZINI GUIDO, DONATI DANIELA, VINCI DARIO, VIVIANO MASSIMO
OBIETTIVO: nel nostro studio clinico abbiamo trattato pazienti pedodontici non collaboranti alle cure odontoiatriche attraverso un ausilio farmacologico che ci ha permesso di riuscire a trattare questa categoria di pazienti.
MATERIALI E METODI: 57 pazienti sono stati arruolati nello studio. Hanno ricevuto cure odontoiatriche come sigillature, otturazioni, terapie canalari ed estrazioni attraverso la somministrazione di bromazepam.
RISULTATI E CONCLUSIONI: i 57 pazienti si sono mostrati non collaboranti nella prima visita alle cure odontoiatriche, ma attraverso l’ausilio di una terapia farmacologica sono riusciti a ottenere cure odontoiatriche. Bromazepam quindi trova indicazione terapeutica in questa classe di pazienti.
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Volume gengivale e farmaci calcio antagonisti
CARMAGNOLA DANIELA, CARGNEL MARCO, CELESTINO SILVIO, VILLA ALESSANDRO, MARZIALI ISABELLA, ABATI SILVIO
BACKGROUND: l’aumento di volume gengivale è una condizione che può essere indotta da placca, farmaci, ormoni o essere associata a condizioni sistemiche. Questo lavoro descrive un caso di aumento di volume gengivale localizzato in un uomo di 72 anni in terapia con calcio antagonisti per l’ipertensione. 
CASO CLINICO: Il paziente, affetto da diabete non insulino dipendente, ipertensione, glaucoma, sindrome apnoica ostruttiva notturna, in terapia con metformina, amlodipina ed enalapril è giunto presso la nostra struttura per consulto specialistico in merito ad aumento di volume gengivale in sede frontale superiore. Il tessuto gengivale tra 1.3 e 2.3 appariva aumentato di volume ed eritematoso con profondità di sondaggio di 6 - 8 mm. Il piano di trattamento ha incluso la terapia eziologica parodontale seguita da intervento chirurgico di gengivectomia. Nel controllo ad un anno le caratteristiche anatomiche ristabilite erano mantenute.
DISCUSSIONE: La soluzione ottimale per il trattamento dell’aumento di volume gengivale indotto da farmaci dovrebbe includere la sostituzione del farmaco responsabile. Bisogna essere consapevoli che a volte alterare un elemento della terapia farmacologica di un paziente può significare modificare un equilibrio stabile raggiunto nel tempo e quindi questo approccio può essere giustificato solo in casi selezionati. La terapia causale e chirurgica, associata ad un’igiene orale domiciliare adeguata, possono rappresentare una soluzione terapeutica efficace nel controllo di questa patologia anche senza sospensione del farmaco responsabile.
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Clorexidina e bifosfonati in pazienti oncologici
DONATI DANIELA, LORENZINI GUIDO, VIVIANO FRANCESCO, VINCI DARIO, DI VECE LUCA, PICCIOTTI MARIA, BRINDISI LEOPOLDO, VIVIANO MASSIMO
STATO DELL'ARTE: l’Osteonecrosi dei mascellari (ONJ) è una patologia caratterizzata dalla presenza, in cavità orale,  di  aree di osso necrotico avascolare che  persiste da più di 8 settimane, in pazienti che assumono Bifosfonati (BF) e che non hanno mai subito trattamenti di radioterapia nel distretto testa-collo. Il rischio di sviluppare ONJ è legato alla classe farmacologia del BF assunto e risulta dose/tempo dipendente. L'incidenza di tale complicanza è maggiore nei pazienti neoplastici rispetto ai pazienti che assumono BF per la cura dell’osteoporosi o altre osteopatie metaboliche. Probabilmente le concomitanti chemioterapie antiblastiche nei soggetti oncologici, sono responsabili di alterazioni “tossiche” della mucosa orale, leucopenia e alterazione della microflora residente nel cavo orale, incrementando notevolmente il rischio di sviluppare infezioni secondarie, inclusa l’ONJ, patologia in cui l’infezione gioca un ruolo molto importante.
LO STUDIO: abbiamo voluto verificare se il cavo orale del paziente oncologico mostri un microambiente alterato e valutare gli effetti terapeutici della clorexidina (CLX) in formulazione collutorio e gel. Abbiamo infine valutato anche la compliance del paziente rispetto al protocollo di studio. Sono stati visitati 39 pazienti in terapia oncologica, dei quali 28 sono stati inclusi nello studio dopo aver effettuato l’analisi microbica della flora orale mediante tampone orale e successiva coltura microbiologica. Il campione è stato così suddiviso in 3 gruppi: pazienti che dovevano essere sottoposti a terapia con BF, pazienti che già assumevano BF e pazienti che assumevano BF e presentavano ONJ.
LE CONCLUSIONI: in ogni gruppo abbiamo indagato l’efficacia della clorexidina nei confronti della flora microbica del cavo orale, e le analisi microbiologiche hanno mostrato che la maggior parte dei pazienti ha subito una modificazione del microambiente orale, con una importante riduzione della carica batterica e micotica. Attraverso il nostro protocollo abbiamo verificato l’efficacia terapeutica della clorexidina nei tre gruppi ottenendo il viraggio da una flora alterata ad una residente nella quasi totalità del campione.
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Gestire il paziente in terapia con anticoagulanti orali
DELIA SIMONE, PASSERA DAVIDE, TARCE MIHAI, CELESTINO SILVIO

ABSTRACT: In Italia negli ultimi anni il numero di persone affette da patologie cardiovascolari è in aumento così come l’assunzione dei farmaci utilizzati per il controllo di queste patologie. Gli odontoiatri si trovano sempre più a contatto con pazienti in terapia con farmaci che modificano i parametri pressori e la capacità di coagulazione. E’ necessario prevedere prima di intervenire ogni possibile complicanza ed è quindi importante conoscere tutte le caratteristiche del principio attivo somministrato al paziente.
In questo articolo saranno analizzate le conseguenze nell’attività clinica dell’utilizzo di due anticoagulanti (Coumadin, Sintrom). Sono stati riportati una serie di protocolli operativi suggeriti, partendo dai provvedimenti preoperatori, passando poi attraverso gli accorgimenti intraoperatori e concludendo con la gestione postoperatoria. È importante comprendere inoltre come il concomitante utilizzo con alcuni farmaci di uso comune in campo odontoiatrico possa causare l’inibizione o il potenziamento dell’effetto dell’anticoagulante orale assunto dal paziente. Si consiglia di prestare particolare attenzione ai pazienti in terapia anticoagulante orale in caso di interventi odontoiatrici invasivi, mantenendo la terapia anticoagulante ma monitorando in giornata il valore INR per pianificare il corretto approccio terapeutico estrattivo.

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I caratteri romani minuscoli
PALERMA CLAUDIO

I caratteri romani minuscoli di stile veneziano rinascimentale, oggi comunemente denominati Garamond, sono frutto di un progressivo affinamento estetico iniziato con le prime stampe di Shweynheym e Pannartz nel 1465 a Subiaco, dove la cadenza del gotico comincia timidamente a solversi nel ritmo latino.
Essi furono perfezionati a Venezia raggiungendo a perfezione formale nel carattere inciso da Francesco Griffo per Aldo Manuzio nel 1496, usato per la stampa del De Aetna di Pietro Bembo.

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